Festa dell’Europa 2020: “Io resto a casa” e risultati del Questionario sull’Unione Europea

Aggiornato a:
10 Maggio 2020

Sono trascorsi 70 anni dalla Dichiarazione di Robert Schuman che sanciva l’unità dei Paesi europei con l’obiettivo di portare pace e solidarietà durature tra gli Stati membri e non tornare mai più agli orrori della Seconda Guerra Mondiale. Quello che stiamo vivendo oggi, a causa dell’emergenza sanitaria, è un anno molto particolare, nel quale l’importanza della solidarietà e della fratellanza tra europei è molto più sentita ed evidente. 

In occasione di questo anniversario, il Parlamento europeo ha invitato tutti i cittadini a celebrare la Festa dell’Europa in modo speciale, ospitandoli in un “Io resto a casa” Open Day, tenutosi tramite dirette Facebook in tutta la giornata del 9 maggio (ancora reperibili sui loro canali social).  

L’appuntamento per festeggiare questo importante avvenimento è stato trasferito online, proprio come le nostre attività, o gran parte di esse, al momento. È stata una giornata all’insegna della solidarietà, dove sono stati espressi pensieri nei confronti delle vittime dell’attuale pandemia e conseguente crisi, economica e non. Il Presidente dell’europarlamento, David Sassoli, ha voluto riunire simbolicamente, nell’Emiciclo e in videoconferenza, le realtà europee che con le loro azioni quotidiane contribuiscono a cambiare e migliorare concretamente le condizioni di vita delle persone più svantaggiate e vulnerabili. La nona sinfonia di Beethoven, da cui è stato tratto l’inno dell’UE, ha fatto da colonna sonora a questo incontro, invitando a coltivare pace, libertà e solidarietà.

In 70 anni l’UE ha dovuto affrontare grandi difficoltà come la crisi economica del 2008, la Brexit e ora il Covid-19 ma, come sostenuto dal Presidente Sassoli, i periodi di crisi servono a rialzarsi più forti e più uniti, perché riguardano tutti: l’Europa è il più grande mercato mondiale e i problemi di un Paese si riflettono sugli altri.

“Solo insieme si può ripartire, dobbiamo continuare a camminare insieme. In questo momento dobbiamo essere in grado di soddisfare le aspettative dei cittadini europei, che nutrono una grande speranza.”

L’accento è stato posto sulla volontà di difendere l’Europa e i suoi confini da ingerenze esterne a causa della sua attuale fragilità, con lo scopo di proteggere le ricchezze dei singoli stati da speculazioni, per evitare che l’Europa diventi terra di conquista.

Come si può ripartire?

L’Europa per molti è un modello economico e democratico sul quale vale la pena investire. Considerato il continuo aumento di disoccupazione e la forte crescita di disuguaglianze tra e dentro le nazioni, come sostenuto dal Presidente, è necessario ripartire da giovani e donne che, nella nostra società, in ambito lavorativo sono tra i più penalizzati: “Non vogliamo che la presenza delle donne nella società venga compromessa”. È forte la necessità di un piano di ripresa dell’economia che sia all’altezza della spirale catastrofica provocata da questa crisi in tutti i Paesi membri, anche se non in modo uguale. L’intento è quello di negoziare una nuova proposta di bilancio per la ripresa rapida con risorse reali per l’economia europea puntando sugli investimenti, lavorando per ridurre le distanze ancora esistenti tra nord e sud, est e ovest, centro e periferia: bisogna ridurre le distanze per affrontare le sfide comuni, rafforzando lo stato sociale. 

“L’Europa ha dietro una società civile, fatta di donne e uomini che si sono rimboccati le maniche e hanno aiutato chi era in difficoltà e dai giovani che hanno dimostrato di essere l’anima delle nostre famiglie e il motore della solidarietà e dell’umanità. Persone che hanno messo a disposizione il loro aiuto per gli altri, nella terraferma e nel mare, cittadini europei e non. Mai più morti per fame, mai più nel Mediterraneo.” 

Bisogna rilanciare il principio della democrazia partecipativa per creare un’Europa più solidale e inclusiva ascoltando i cittadini e i loro bisogni, senza dimenticare i più vulnerabili, come i senzatetto. “Solo con l’empatia e la collaborazione possiamo uscire dalla crisi.”

Occorre poi rileggere e prestare attenzione alla Dichiarazione di Schuman: tra le tante cose, parla dei lavoratori e delle nostre responsabilità nei confronti del continente africano, tematiche sempre molto attuali. 

In sintesi, su cosa si è incentrato l’incontro? 

Si è posta l’attenzione sui migranti, sul continente africano, sull’attuale emergenza sanitaria del Covid-19, sulla crisi economica, sui senzatetto, sulle persone più vulnerabili e in maggiore difficoltà, portando degli spunti di riflessione anche in relazione all’America e all’attuale crisi economica da cui dipende anche la possibilità di accedere o meno alla sanità, a pagamento. Anche i cambiamenti climatici hanno ricevuto una grande attenzione. 

“Viviamo in un’epoca di disinformazione e fake news, dobbiamo individuare i messaggi falsi che spesso sono efficaci per una forte carica emotiva, ma dobbiamo opporci a questo tipo di comunicazione.”

 Come superare la crisi Covid-19?

È necessario coordinare le azioni del Parlamento europeo per superare la crisi Covid, in ogni ambito. Tra le proposte, citiamo:

– Il rafforzamento del sistema sanitario con nuovi posti di lavoro e un maggiore investimento nella ricerca; 

-Il denaro per lottare contro il cambiamento climatico, non risolvibile solo a livello europeo ma globale: puntare alla neutralità climatica entro il 2050 e ridurre le emissioni di Co2, il prima possibile; 

-Bisogna promuovere il digitale, avere un mercato interno basato sulla giustizia e sulla sostenibilità e garantire il rispetto delle libertà e dei valori fondamentali dell’Unione Europea. Questo deve avvenire all’unisono, perciò il Parlamento europeo chiede un aumento delle proprie risorse. 

Considerazioni finali

Bisogna decidere in che tipo di UE vogliamo vivere, come vogliamo che l’Unione Europea reagisca davanti alle problematiche. “Queste sfide non possono essere risolte dagli stati da soli ma con uno spirito europeo.”

 “L’Europa del dopo Covid19 – ha dichiarato Sassoli – non potrà essere la stessa. Ci sarà sempre più bisogno di una Conferenza sul Futuro dell’UE, che non potrà che essere costruita dal basso verso l’alto e che avrà bisogno di ascoltare tutti coloro che, già ora, lavorano per cambiare le cose”.

Qualche giorno fa vi abbiamo proposto un questionario su questo tema, le risposte sono state 37 e di seguito potete consultare i risultati e dirci la vostra, se avete ulteriori curiosità o desiderio di approfondire il discorso. 

 

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