Un murales per Nelson Mandela

Aggiornato a:
19 Luglio 2018

https://youtu.be/IDYT_95yMsE

L’OPERA

Ubuntu è una filosofia, un metodo del pensiero che celebra la connessione tra le persone. Ogni quadro è una lettera espressa tramite il linguaggio dei segni e le mani cosi come gli sfondi sono tipici per ogni continente della terra. Solo se presi tutti insieme è possibile creare la scritta Ubuntu e connessi nello stringere la bandiera arcobaleno celebrano l’idea.

IL SIGNIFICATO

Per il messaggio del Mandela day: donare il proprio tempo per gli altri. L’invito di dedicare 67 minuti del proprio tempo per gli altri almeno un giorno all’anno è la prova che le persone – se vogliono – possono fare la differenza e contribuire a far cambiare il mondo – anche se solo per 67 minuti (Mandela dedicò al suo popolo 67 anni).

Per la profonda e unica storia di relazione di Reggio Emilia per l’Africa Australe. Uno sguardo di cooperazione e solidarietà verso l’Africa che ha unito le rispettive Resistenze, contro i fascismi e ogni oppressione.

Nelson Mandela ma non solo lui, una collettività. Un Noi fatto di molte figure che hanno portato Mandela dall’essere un prigioniero semi-sconosciuto a una delle figure simbolo della lotta per i diritti umani.

Per la promozione dell’ubuntu, della riconciliazione attraverso la verità, della possibilità di accogliere sullo stesso piano lingue diverse, per l’idea di una nazione arcobaleno, per il principio che la violenza colpisce non soltanto la vittima ma anche l’aggressore, per la capacità di conoscere e valorizzare la cultura dell’altro.

Perchè questa storia di amicizia continua anche oggi. E Reggio Emilia è legata da una profonda amicizia con Mozambico e Sudafrica in particolare. Ma nel frattempo la nostra città ha creato altri ponti e altri contatti, anche grazie alle comunità africane che hanno scelto di vivere proprio a Reggio Emilia, e che oggi rappresentano ponti per scoprire culture, lingue, tradizioni e pensieri.
Nelson Mandela sulla parete della palestra della scuola Dalla Chiesa in via Rivoluzione d’Ottobre per celebrare il centenario della nascita in un quartiere in cui sono ospitati alcuni luoghi simbolo della storia di Reggio Emilia per la lotta contro il colonialismo e l’apartheid. La zona sud della città che già ospita il parco della pace Oliver Tambo, il monumento a Giuseppe Soncini realizzato con il marmo donato dalla città di Pemba (Mozambico), il parco Nelson Mandela, via Albert Luthuli, via Martiri di Soweto, il parco Samora Machel e via Città di Pemba.


Un progetto culturale collettivo che ha coinvolto artisti, cittadini, scuole, associazioni, campi gioco e istituzioni culturali della città. E’ stato ufficialmente inaugurato il 18 Luglio 2018 dall’assessore Raffaella Curioni, insieme all’insegnante Cinzia Villani, nel centenario della nascita di Nelson Mandela da un percorso attraverso la storia e i valori espressi nella sua vita dal leader sudafricano, una figura fortemente legata alla nostra città che dal 1977 fu la prima istituzione al mondo a schierarsi contro il regime dell’apartheid.

“Oggi nel centesimo anno della sua nascita – ha detto l’assessore Curioni – abbiamo voluto ricordare  il messaggio di Nelson Mandela insieme ai bambini ed ai ragazzi delle nostre Scuole e grazie al prezioso contributo delle tante associazioni che hanno portato racconti e testimonianze della vita di questo straordinario leader di pace ed accoglienza. Abbiamo ribadito con forza di voler mettere in pratica il quotidiano contributo che possiamo dare agli altri per essere sempre di più una città aperta ed accogliente. Crediamo sia stata un’occasione importante per ricordare lo sforzo di un uomo, di un movimento volto a contrastare il razzismo, l’indifferenza, la chiusura verso l’altro. Il suo messaggio di pace, la sua capacità di dialogare con la diversità delle culture è una conquista del mondo contemporaneo che non dobbiamo dimenticare, in particolare adesso. Sappiamo bene che molto passa dall’educazione e dalla capacità che avremo di coinvolgere i nostri bambini ed in nostri ragazzi nell’essere protagonisti e portatori di questi valori che hanno reso il nostro paese libero e democratico ed aperto. Ed il murales realizzato su una palestra di una Scuola assume anche questo significato. Reggio dimostra il suo impegno anche quest’anno e si prepara a lavorare sempre più con tutta la comunità per garantire un senso nuovo all’accoglienza che legga l’oggi con la consapevolezza della nostra storia. Un grazie particolari ai due artisti reggiani, Daniele ed Ivan, che hanno saputo interpretare in modo straordinario ed emozionante il senso dell’Ubuntu

L’opera realizzata da Daniele Castagnetti e Hang nasce da un percorso di partecipazione e coinvolgimento delle istituzioni del territorio che hanno collaborato con il Comune di Reggio Emilia per realizzare questo importante segno artistico.

Grazie all’impegno di Officina Educativa/Partecipazione giovanile e benessere e il Tavolo Reggio Africa, è stato promossa una chiamata che ha coinvolto il Tavolo della street art, presentando 6 proposte realizzate da 9 artisti. Le opere sono state votate da cittadini e cittadine e dagli studenti e studentesse della scuola seconda di primo grado “Carlo Alberto Dalla Chiesa” che hanno premiato l’opera “Ubuntu” realizzata da Castagnetti e Hang.

La cerimonia di inaugurazione è partita presso il Rugby Reggio, club che ha solidi legami con il Sudafrica. Successivamente una camminata che ha attraversato i luoghi dedicati al legame tra il nostro territorio e Nelson Mandela, accompagnati da Chiara Torcianti responsabile dell’Archivio Reggio Africa di Istoreco. Il gruppo ha attraversato via Gandhi, il parco Oliver Tambo e via Martiri di Soweto. Una narrazione storica che è stata accompagnata anche da alcune azioni creative realizzate in quelle settimane: la produzione del video realizzato da due giovani videomaker che documenta la realizzazione dell’opera – proiettato all’interno della biblioteca San Pellegrino/Gerra – lo spettacolo musicale con brani originali composti dal collettivo Yourope dedicati a Mandela e la performance “Due occhi, un naso e una bocca” realizzata presso il laboratorio teatrale dell’Incrocio dei venti, messi in scena dentro la palestra della scuola Dalla Chiesa.

 

 

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