EuroTips: i Diritti Umani in Unione Europea

Aggiornato a:
29 Novembre 2022

La tutela dei diritti umani è il presupposto necessario alla pace
Gandhi

Ci siamo appena lasciati alle spalle la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che si celebra ogni anno il 25 novembre. La commemorazione di questa data ha origine dal primo Incontro Internazionale Femminista, celebrato in Colombia nel 1980. In quell’incontro la Repubblica Dominicana propose questa data in onore alle tre sorelle Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal. Progressivamente, molti paesi si unirono nella commemorazione di questo giorno, come simbolo del clamore e della denuncia del maltrattamento fisico e psicologico di donne e bambine fino a che il 17 dicembre 1999 l’assemblea generale delle Nazioni Unite approvò la risoluzione 54/134 con cui scelse la data del 25 novembre per la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, sempre in omaggio alle sorelle Mirabal.

Ma le ricorrenze che ricordano i diritti umani continuano con il 10 dicembre, Giornata Mondiale per i diritti umani, celebrata a partire dal 1948, giorno in cui l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

La dichiarazione è un documento fondamentale che proclama i diritti inalienabili a cui tutti hanno diritto in quanto essere umani, abolendo qualsiasi tipo di discriminazione.

E ancora: il 18 dicembre è la Giornata Internazionale per i diritti dei Migranti. Proclamata dalle Nazioni Unite nel 2000 per ricordare la strage di 28 maliani sul monte Bianco e volta a promuovere i diritti lavorativi delle persone migranti.

Ma qual è il Cammino dei diritti in Unione Europea?

Nel secondo dopoguerra in Europa si assiste ad una profonda rivoluzione dei diritti umani. Il peso degli orrori della guerra, la scoperta delle dimensioni dell’olocausto e insieme la speranza di poter costruire un diverso futuro producono un grande cambiamento nella concezione del diritto, che trasforma progressivamente la cultura giuridica e le stesse istituzioni internazionali.

14 novembre 1950 a Roma viene firmata la Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali dai 13 stati al tempo membri del Consiglio d’Europa (Belgio, Danimarca, Francia, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito, Svezia, Turchia), è divisa in tre titoli e consta di 59 articoli, ed è entrata in vigore il 3 settembre 1953.

Con questa Convenzione ogni Stato si obbliga al rispetto dei diritti garantiti della stessa convenzione nell’ambito del proprio ordinamento giuridico nazionale ed a favore di qualunque persona, senza distinzioni di alcuna specie.

Ad oggi sono 47 gli stati europei che hanno aderito alla CEDU e fanno parte del Consiglio d’Europa, sottoponendosi così ai controlli, ai rapporti, alle raccomandazioni del Comitato dei Ministri e dell’Assemblea parlamentare, ma soprattutto alle decisioni e alle sanzioni della Corte europea dei diritti dell’uomo, alla quale possono far ricorso gli individui che ritengano lesi i diritti loro riconosciuti dalla CEDU. Si supera così per la prima volta il tradizionale sistema del diritto internazionale, i cui soggetti sono soltanto gli stati, non le persone.

Sin dalla nascita la Convenzione ha istituito diversi organi di controllo, insediati a Strasburgo, che dal 1 novembre 1998 sono un’unica Corte europea dei diritti dell’uomo

1959: nasce la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, un organo giurisdizionale internazionale, istituita nel 1959 dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) del 1950, per assicurarne l’applicazione e il rispetto. Vi aderiscono quindi tutti i 47 membri del Consiglio d’Europa.

1992: il Trattato di Maastricht istituisce l’Unione Europea. Il Trattato riconosce e tutela sia i diritti garantiti dalla CEDU sia quelli risultanti dalle tradizioni costituzionali comuni agli Stati membri. Tra i più importanti divieti a carico degli Stati sono la tortura e le pene o trattamenti inumani o degradanti, la schiavitù, nessuna pena senza legge, l’abuso del diritto, la pena di morte ecc

1993: I criteri di Copenaghen sono tre criteri che stabiliscono i parametri che uno stato candidato all’Unione europea deve rispettare:

– criterio “politico”: presenza di istituzioni stabili che garantiscano la democrazia, lo stato di diritto, i diritti dell’uomo, il rispetto delle minoranze e la loro tutela;

– criterio “economico”: esistenza di un’economia di mercato funzionante e capacità di far fronte alle forze del mercato e alla pressione concorrenziale all’interno dell’Unione Europea;

– adesione all’”acquis comunitario”: accettare gli obblighi derivanti dall’adesione e, in particolare, gli obiettivi dell’unione politica, economica e monetaria.

2000: Carta di Nizza

La Carta dei diritti dell’Unione europea (Carta di Nizza) è stata proclamata a Nizza il 7 dicembre 2000 dal Consiglio d’Europa. Oggi fa parte del Trattato di Lisbona, il quale conferisce alla Carta di Nizza valore di Trattato e la fa diventare pienamente vincolante per le istituzioni europee e gli Stati membri.

La Carta di Nizza, oltre a prevedere l’inviolabilità della dignità umana, della libertà, dell’uguaglianza e della solidarietà, sancisce anche il diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, del proprio domicilio e delle proprie comunicazioni (art. 7), e il diritto di ogni persona alla protezione dei dati di carattere personale che la riguardano (art. 8).

Per leggere tutta la carta di Nizza consulta questo sito: https://www.europarl.europa.eu/charter/pdf/text_it.pdf

Il 12 ottobre 2012 l’Unione Europea vince il premio Nobel per la Pace per aver “contribuito a trasformare la maggior parte dell’Europa da un continente di guerra in un continente di pace”. Il comitato del Premio Nobel ha sottolineato il contribuito che per sei decenni l’UE ha dato a favore della pace e riconciliazione, della democrazia e dei diritti umani in Europa.

Fondazione Europea per la Gioventù- Sovvenzioni per attività giovanili internazionali

La Fondazione Europea per la Gioventù è un’istituzione del Consiglio d’Europa. Intende incoraggiare la collaborazione tra i giovani in Europa attraverso il finanziamento ad attività giovanili per la promozione della pace, la comprensione e la cooperazione tra i popoli dell’Europa e del mondo, nel rispetto dei diritti umani, la democrazia, la tolleranza e la solidarietà.

Al fine di ottenere il sostegno dell’FGE, è essenziale che i progetti rientrino nell’ambito dei valori e il lavoro del Consiglio d’Europa e le priorità del Settore Gioventù per il 2022-2023.

  1. Rivitalizzare la democrazia pluralistica
  2. L’accesso dei giovani ai diritti
  3. Vivere insieme in società pacifiche e inclusive 4. Animazione socioeducativa

Chi può candidarsi: organizzazioni giovanili internazionali non governative, reti internazionali di ONG giovanili, reti regionali di ONG giovanili, organizzazioni giovanili nazionali non governative, degli Stati membri del Consiglio d’Europa.

La prossima scadenza per presentare progetti è il 1 aprile 2023. 

Per maggiori informazioni clicca qui.

 

×