Earth Hour: un’ora in più per il pianeta

Aggiornato a:
25 Marzo 2023

Cosa succede se tutti spegniamo la luce nello stesso momento?
di Riccardo Canossa, Gabriele Salsi, Salvatore Simonetti, Marco Amato della redazione del giornalino studentesco dell’Istituto Scaruffi-Levi-Tricolore.

Sembra banale quanto un piccolo gesto possa farci riflettere su tematiche molto complesse e controverse come l’ambiente e permetterci di dare il nostro contributo.

Oggi, 25 marzo, dalle 20:30 alle 21:30, è l’occasione giusta per rivedere le nostre abitudini e scoprire come un’azione così semplice possa essere una garanzia per il futuro e il benessere del pianeta: siamo tutti invitati stasera a spegnere per un’ora le luci e ridurre in questo modo le emissioni di CO2. I dati dell’ultimo rapporto di Global Carbon Budget sono piuttosto allarmanti: hanno evidenziato infatti che, per arrivare a zero emissioni nel 2050, sarà necessaria una riduzione di 1,4 miliardi di tonnellate di CO2.

La prima edizione dell’Earth Hour, l’Ora della Terra, è stata organizzata dal WWF nel 2007 a Sydney, in Australia. Da quel momento in poi la grande onda di buio si è rapidamente diffusa in ogni angolo del Pianeta, spegnendo piazze, strade e monumenti di tutto il mondo, come il Colosseo e Piazza Navona di Roma, il Cristo Redentore di Rio e la Torre Eiffel di Parigi, per dimostrare che uniti si può fare una grande differenza.

Tutti pronti quindi, anche quest’anno a premere su OFF per un’ora: sarà l’occasione per riflettere su come le emissioni di anidride carbonica stiano rovinando la biodiversità del pianeta, sentendoci coinvolti in prima persona.

L’Associazione Fridays for Future (conosciuta anche come F.F.F.) stima che manchino poco più di sei anni al punto di non ritorno, quando il pianeta si sarà surriscaldato a livelli tali da rendere irreversibili tutte le azioni future.

Anche la nostra città si è attivata per ridurre le emissioni di C02: il piano urbanistico infatti prevede di raggiungere la neutralità climatica, ovvero ridurre del 55% le emissioni di CO2 entro il 2030 e raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. L’urgenza di questa sfida è rappresentata dalla necessità di far rientrare i territori nei limiti della sostenibilità.
Insomma, anche nel nostro piccolo, già da oggi, possiamo darci da fare. E chissà che queste non possano diventare buone abitudini, da ripetere ogni giorno, come azioni quotidiane che, praticate collettivamente, possano agire per la nostra salute e la salvaguardia dell’ambiente. E forse sarà l’occasione per alzare gli occhi e scorgere qualche stella in più.

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