17 maggio: Giornata internazionale contro l’omofobia, bifobia e transfobia
Aggiornato a:
17 Maggio 2023
Giornata internazionale contro l’omofobia, bifobia e transfobia
di Gabriele Salsi, Salvatore Simonetti, Marco Amato della redazione del giornalino studentesco dell’Istituto Scaruffi-Levi-Tricolore.
Da 19 anni si celebra la Giornata mondiale contro l’omofobia, bifobia e transfobia, ma partiamo dalle origini con un po’ di storia.
Ideata da Luis Georges Tin, curatore del Dictionnaire de l’homophobie, la prima Giornata internazionale contro l’omofobia ha avuto luogo il 17 maggio 2004, dopo ben 14 anni dalla decisione di rimuovere l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali nella classificazione internazionale delle malattie pubblicata dall’OMS (Organizzazione Mondiale Sanità). Era il 17 maggio 1990.
La strada per arrivare a questo traguardo è stata lunga e decisamente travagliata. Erano meno di una decina i paesi europei in cui, 100 anni fa, l’omosessualità era considerata legale. Il divieto di amare chi si vuole era in vigore in molte nazioni. Oggi in Europa non è più così. Ma per molti paesi nel mondo c’è ancora molta strada da fare. La comunità Lgbt iniziò il suo movimento di liberazione negli USA e in Europa alla fine del XIX secolo, scoppiando solo dagli anni ‘60. Fu proprio l’occasione dei moti del ‘69 a Stonewall a segnare la volontà di porre fine a un sistema oppressivo giustificato dalle leggi stesse. A New York, nel gay bar Stonewall Inn, nel mese di giugno di quell’anno, la polizia newyorkese decise di fare una retata. I presenti si ribellarono. Il quartiere stesso non restò a guardare, ma si schierò dalla parte delle vittime.
L’inizio non è chiaro, la fine sì.
Fu come se, in un momento solo, la comunità gay esprimesse tutto il suo dissenso.
Ma sarebbe sbagliato scambiare questi moti per una semplice rivolta, questo è stato un urlo. L’urlo disperato di una fascia della popolazione da troppo tempo trascurata, emarginata, maltrattata.
Da allora iniziarono i veri e propri gay pride, le manifestazioni per l’orgoglio di essere se stessi. Si organizzarono delle vere e proprie comunità di persone omosessuali pronte a far sentire la loro voce.
Dobbiamo ringraziare loro per i diritti di cui oggi gode la comunità Lgbt.
Senza il coraggio di queste persone oggi sarebbe un mondo diverso.
E il coraggio e la lotta continuano ancora oggi: ce lo ha dimostrato molto chiaramente Marco Mengoni, che è salito sul palco dell’Eurovision 2023, portando fieramente due icone: la bandiera italiana e la bandiera arcobaleno. Non si può fare finta di non sentire, di non vedere e di non sapere leggere i simboli che ancora e ora più che mai ci parlano.
Per illustrare come sia cambiata l’idea delle persone su questa tematica proponiamo due esempi, tra i molti che si potrebbero nominare: il primo risalente alla Seconda Guerra Mondiale, mentre il secondo, più vicino a noi, risale al 2021.
Alan Turing era un matematico britannico che ha lavorato per decifrare i codici segreti tedeschi durante la seconda guerra mondiale: è riuscito nell’impresa di creare una macchina per criptare i messaggi nazisti. Dopo la guerra, è stato arrestato per omosessualità e condannato a scegliere tra due anni di carcere o la castrazione chimica. Ha scelto quest’ultima e ha subito terapie ormonali, che gli hanno causato problemi emotivi e fisici. Turing si tolse la vita tragicamente.
Successivamente, nel corso degli anni, grazie alla rimozione di questo tabù molte persone sono riuscite a fare coming out e a sentirsi libere di essere se stesse.
Esempio recente è la cantautrice Francesca Calearo, in arte Madame. Ha fatto coming out nel 2021 a Sanremo, confessando di essere attratta sia dalle donne che dagli uomini. È nel suo brano, intitolato “Voce”, che ha cantato l’amore per una donna.
In occasione di questa importante Giornata, il Comune di Reggio Emilia – in collaborazione con il Tavolo interistituzionale per il contrasto all’omotransnegatività e per l’inclusione delle persone Lgbt – ha organizzato un incontro dal titolo “I 50 anni di movimento Lgbt in Italia” a cura del giornalista e scenografo Giorgio Bozzo che si svolgerà nella mattinata di oggi, mercoledì 17 maggio, dalle 10.30 alle 12.30, presso il Teatro Cavallerizza. L’incontro, aperto alla cittadinanza e alle scuole, si pone come finalità la diffusione di una cultura della parità, il contrasto agli stereotipi di genere che sono alla base delle discriminazioni, il rispetto delle diversità e di ogni orientamento sessuale o identità di genere. Sarà quindi un’occasione per approfondire temi poco conosciuti e per acquisire sguardi consapevoli e critici.