Euromyths#5 – l’UE e il vaccino contro il Covid-19

Aggiornato a:
7 Luglio 2020

Nel viaggio di scoperta delle fake news legate alla pandemia della rubrica #Euromyths, non può di certo sfuggire la falsa notizia sulla volontà dell’UE di imporre una vaccinazione di massa a tutti i cittadini europei.
Per sfatare questa fake news bisogna partire dal ruolo che ha l’UE nei confronti degli Stati membri e, nello specifico, dalle sue tre tipologie di competenze:
– esclusive: settori in cui solo l’UE può legiferare e adottare atti vincolanti per tutti gli Stati membri;
– concorrenti: settori in cui sia l’UE che gli Stati possono legiferare, ma in cui prevale comunque l’azione dell’UE;
– di sostegno: settori in cui l’UE può solo sostenere, coordinare o complementare l’azione dei governi nazionali.

L’emergenza da Covid-19 rientra nell’ambito della “salute pubblica”, dove l’UE è dotata di competenze di sostegno: il ruolo della Commissione è principalmente quello di aiutare gli Stati membri ad affrontare la crisi, formulando raccomandazioni su una linea di azione comune, per evitare che misure non coordinate o addirittura contraddittorie compromettano gli sforzi comuni per combattere l’epidemia.
Questo, perciò, ci fa subito capire che la politica nel campo dei vaccini è di competenza delle autorità nazionali, quindi non rientra tra i poteri dell’UE quello di prevedere una vaccinazione di massa.

Allo stesso tempo, però, come detto sopra, la Commissione europea aiuta i Paesi dell’UE a coordinare le politiche e i programmi da condurre in ambito nazionale, perseguendo i seguenti obiettivi:
• garantire vaccini sicuri, efficaci e di qualità;
• assicurare agli Stati membri e ai loro cittadini un accesso rapido ai vaccini, guidando al contempo lo sforzo di solidarietà a livello globale;
• garantire il prima possibile, a tutti i cittadini dell’UE, un accesso equo a un vaccino dal costo abbordabile.
Nello specifico, lo scorso 17 giugno, la Commissione ha presentato la strategia europea per accelerare lo sviluppo, la produzione e la distribuzione di vaccini contro il coronavirus, prevedendo sia investimenti tempestivi su larga scala (ad esempio sono già stati stanziati più di 9,8 miliardi di euro nella raccolta fondi mondiale per la ricerca di una cura e di un vaccino), che una politica comune sull’acquisto del vaccino stesso. L’obiettivo è di sviluppare un vaccino entro 12-18 mesi e concludere accordi di acquisto preliminare con i produttori di vaccini per conto degli Stati membri. In questo modo, in cambio del diritto di acquistare un determinato numero di dosi di vaccino, in un determinato periodo di tempo e a un determinato prezzo, la Commissione finanzierà una parte dei costi iniziali sostenuti dai produttori di vaccini, ricorrendo allo Strumento per il sostegno di emergenza. Questo finanziamento sarà considerato un acconto sui vaccini che saranno effettivamente acquistati poi dagli Stati membri.
Garantire un accesso tempestivo a un vaccino, per tutti gli Stati dell’Unione europea, consentirà di far ripartire al loro interno l’attività economica e sociale, proteggendo, allo stesso tempo, i cittadini da una nuova ondata della pandemia.
In questo modo, la Commissione europea vuole garantire che l’UE continui a fare la sua parte per superare la pandemia di coronavirus, nell’ottica che tutti gli Stati membri saranno al sicuro, solo se anche il resto del mondo lo sarà.

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